Punto I:  Ristrutturazione dell’Ordinamento Scolastico.

Partendo dalla Riforma Gentile e senza considerare quanto già stava precedentemente nella Scuola italiana, questa mostra la seguente strutturazione dei vari gradi che cito di seguito nella forma più generale: 1. cinque anni di Scuola Primaria; tre anni di Scuola Secondaria di Primo Grado; cinque anni di Scuola Secondaria di Secondo Grado, per un totale di tredici anni di scolarizzazione.

I cinque anni di elementari furono istituiti nel 1877 dalla Legge Coppino. Erano suddivisi in un primo triennio obbligatorio e altri due anni utili per conseguire la piena licenza elementare. Ancora oggi abbiamo cinque anni spesi per la licenza elementare, oggi quando l’obbligo scolare è stato portato fino all’età di sedici anni e non è rimasto fermo ai tre anni obbligatori risalenti a due secoli fa. Ora, un triennio obbligatorio ed un ulteriore biennio di istruzione un po’ più ampia era necessario quando la maggior parte della popolazione che andava a scuola frequentava solo il grado elementare, il quale per questo motivo doveva dare una certa base generale di preparazione.

Oggi gli anni di permanenza in una scuola elementare, a prescindere dalla strutturazione della Scuola d’Infanzia, possono più opportunamente essere ridotti a quattro con conseguente riordino dei programmi e dei metodi, di cui si potrà trattare adeguatamente in più dettagliate pubblicazioni. Eliminata la compresenza di più insegnanti nella stessa ora di lezione, ciò che renderebbe più o meno impossibili l’insegnamento e l’apprendimento – come anche da breve esperienza diretta da parte mia relativamente alla compresenza del conversatore di Lingua Straniera nell’ora di Grammatica –, deve esserci per il primo anno un maestro unico per la maggior parte dell’insegnamento, questo affinché i piccoli, al loro primo impatto con la scuola vera e propria, non siano frastornati da mediazioni dell’insegnamento proveniente da formae mentis diverse rappresentate nei diversi docenti; a partire dal secondo anno ci saranno tre maestri fondamentali, uno per l’apprendimento della lingua italiana e materie umanistiche, un altro per la matematica e le nozioni di fisica, un altro ancora per le scienze naturali, altri eventuali per materie considerate tecniche, infine per la Religione e l’Educazione Fisica.

Dopo il corso elementare provvisto dei mutamenti nella programmazione delle materie dovuti alla riduzione da cinque anni a quattro, si mantengono i tre anni di Scuola Secondaria di Primo Grado. Segue la Scuola Secondaria di Secondo Grado non più in cinque anni come finora, ma in sei anni grazie al recupero dell’anno sottratto alla Scuola Primaria e aggiunto ad una età dove l’approfondimento viene ad essere particolarmente produttivo dato il livello di preparazione ormai raggiunto dai discenti. Questo anno in aggiunta riguarda una specializzazione intensiva a scelta del diplomato tra quelle previste e consistente in studio, progetti e compiti di lavoro secondo la specialità scelta, una specie, per così dire, di dottorato di ricerca in sedicesimo, ridotto ovviamente per il minore livello della Scuola Secondaria di Secondo grado, un anno speso per essere adeguati al meglio alla via che verrà intrapresa da ciascuno alla fine del ciclo scolastico. Gli Esami di Stato diventano quindi due, uno per la classe quinta, come in precedenza, l’altro per la specializzazione. Gli anni di scuola restano complessivamente tredici come già detto, ma sono appunto diversamente ripartiti rispetto a quanto in vigore finora.

Quanto all’obbligo scolare, esso comporta in questa Riforma per l’Istruzione interi tredici anni, dodici fino al diploma di quinta più l’anno di specializzazione intensiva. Non è davvero più ammissibile che in un Paese democratico sia previsto da chi detiene il potere di governare non solo che una parte di cittadini lasci la formazione prima dei diciannove anni, evento cui si deve porre rimedio e di cui non è qui il discorso, ma in primo luogo che sia prevista la presenza di cittadini di serie A e cittadini di serie B o anche C o Z, nel senso che venga data una formazione che legittimi tale distinzione. Tutti i cittadini devono poter ottenere dallo Stato il diritto di potersi formare una visione del mondo con i mezzi migliori a disposizione, quei mezzi che non vengono dati dall’apprendimento dell’uso del computer o della lingua inglese, ma che vengono dati dalla formazione della mente, quindi dalla capacità di comprendere il più possibile sviluppata. A questa formazione di base che può e deve dare la Scuola devono avere uguale accesso tutti i cittadini. Non ci dovrà più essere ad esempio una Scuola Professionale in Italia che venga di fatto considerata l’ultimo fanalino dell’Istruzione. Non solo la formazione professionale è di importanza capitale per un Paese in progresso, ma oltre a ciò in una Riforma dell’Istruzione che voglia essere democratica anche coloro che frequentano la Scuola Professionale devono poter avere accesso alla formazione della loro capacità di comprendere oltre la specializzazione più o meno stretta o più o meno ampia in un mestiere, in una professione. Perciò il secondo Grado della Scuola deve essere non solo obbligatorio, ma elevato a livello di Liceo per tutti, ciò che si può obiettivamente fare con pochi cambiamenti, ben inteso sostanziali, quali la presenza di alcune materie presenti nelle varie fasce dell’ordinamento scolastico, ciò che è finalizzato ad ampliare e ad approfondire la capacità di comprensione, la quale è quanto differenzia gli individui gli uni dagli altri. Anche il censo differenzia, anche il casato differenzia, ma la differenza più reale e più rilevante è la differenza nella capacità di comprensione. È questa differenza che, se non potrà mai essere eliminata del tutto, va assottigliata il più possibile, verso l’alto, non verso il basso. Solo così lo Stato potrà garantire le pari opportunità, solo così dinastie e caste nonché il censo avranno meno potere discriminante, solo così ci sarà una concreta maggiore giustizia sociale, una maggiore democrazia, una maggiore preparazione e competenza di base in ciascuno. È davvero inconcepibile che uno Stato democratico continui a differenziare i suoi cittadini all’origine e, ciò che equivale a differenziare direttamente, a permettere che i cittadini possano scegliere di non sottoporsi all’Istruzione obbligatoria fino ai diciannove anni compresi. Pari opportunità a tutti, poiché non si può trattare all’origine di distribuire doni e denari a tutti, significa distribuire pari opportunità di formazione e pari capacità di comprensione, grazie alle quali ciascuno poi farà le scelte più confacenti alla sua personalità. Le differenze nelle professioni, nelle scelte posteriori alla Scuola sono altra cosa che riguarda la scelta individuale condizionata da fattori che non devono connotare una formazione discriminante in partenza. Un individuo potrà anche scegliere di fare un mestiere poco gratificante, ma deve poter avere una formazione che lo metta in posizione favorevole a godere comunque almeno sufficientemente della capacità di comprensione a più ampio spettro con tutti i vantaggi pratici e psicologici che ciò comporta per il vivere, che come tutti gli umani sanno non è mai cosa facile. Francis Galton, tra gli altri fra cui Darwin stesso, ascriveva alla dotazione di nascita la maggiore o minore intelligenza degli individui, ma sbagliava: i figli di casati ricchi e nobili non erano più intelligenti dei rappresentanti del ceto povero, semplicemente vivevano in ambienti di norma più colti, godevano di percorsi già segnati favorevolmente per il loro futuro e perciò diventavano talora anche più intelligenti di altri, ma non si trattava di dotazione alla nascita, bensì di ambiente educativo familiare e scolastico diverso da quello a disposizione delle masse. Tranne quindi le eccezioni di tipo clinico per le quali valgono misure opportune, non ci sono allievi non intelligenti all’origine destinati perciò ad un livello di vita intellettiva umile, non ci sono allievi intelligenti all’origine destinati perciò ad un livello di vita intellettiva alto. Ci sono allievi che devono essere formati in perfetta uguaglianza, quell’uguaglianza di partenza che può e a mio giudizio deve essere prodotta da una Riforma dell’Istruzione. Il censo dell’allievo è basso? Non appartiene a dinastie potenti? La sua testa deve essere formata nello stesso modo di quella di chi ha censo e dinastia, intendo come base di partenza fornita dalla Scuola. Resterà in ogni caso la gamma dei punteggi sufficienti o brillanti a dire chi non eccella o eccella in uno o l’altro campo, ma non ci sarà più nessuno che sarà tagliato fuori completamente e in linea di principio dall’aver strutturato la sua personalità a più ampio raggio e dal poter quindi affrontare molti ambiti pregiati della comprensione. Non ci dovrà più essere nessuno che sarà discriminato nello sviluppo a partire dall’origine, dai natali appunto, quando potrebbe svilupparsi come gli altri e magari meglio degli altri con vantaggio proprio e della società tutta. Certo, gli indirizzi professionali continueranno ad esistere come continuerà ad esistere chi non sia interessato a proseguire gli studi, ma anche chi svolgerà una professione e un mestiere qualsiasi potrà guardare il mondo da una postazione del tutto dignitosa e non dovrà sentirsi inferiore a chi viene considerato insuperabilmente più intelligente per natura, evento che le conoscenze scientifiche hanno ampiamente dimostrato come falso. Per le pari opportunità occorre una pari preparazione di base per tutti, e la base di tutto ciò è la formazione scolastica, la strutturazione democratica dell’Istruzione. Il diritto che tutti devono volere è il diritto ad una formazione ed istruzione indirizzate verso l’alto e dispensate a tutta la società.

Tornando al diploma di Secondo Grado più quello relativo all’anno di specializzazione intensiva, questi possono essere la fine della formazione secondo la volontà del singolo individuo, ma devono comunque far parte della base formativa la cura di un uguale sviluppo della capacità di comprendere, ossia il possesso di mezzi logici adeguati a comprendere, e la riduzione al minimo possibile delle eccezioni, a meno che, ripeto, si accetti di avere una società formata quanto a situazione di partenza da giovani e cittadini più avvantaggiati di altri, ciò che cancellerebbe qualsiasi discorso possibile di pari opportunità. Vorrei sottolineare ancora una volta di più l’importanza di un uguale trattamento di base per tutti i giovani, senza distinzione di classi sociali. Se i metodi saranno convenientemente innovati, si potrà portare chiunque almeno ad un livello sufficiente di apprendimento così che il sogno delle pari opportunità sia più realistico.

In tale riordinamento le ore di lezione durano 45 minuti netti senza eccezioni nei tredici anni per tutti gli ordini e gradi con una pausa a metà orario di insegnamento. È noto che l’attenzione non riesce a perdurare intensamente per molto più di un paio di decine di minuti quando è tanto, per cui si tratta di eliminare i minuti certamente morti così che non ci sia grande adito alla noia, all’ozio mentale, che si producono alla caduta dell’attenzione. L’ora più breve è altamente produttiva e didattica, abitua i cervelli a maggiore sintesi, a maggiore efficienza, è il caso di dire che il proverbio chi va piano va sano e va lontano non si addice affatto al funzionamento cerebrale, anzi è il contrario. Per un funzionamento cerebrale ottimale l’abitudine alla lentezza comporta dispersione nella comprensione e, tra l’altro e ancora più certamente, sviluppo di scarsa capacità di astrazione, il che significa in termini di intelligenza: minore capacità di sintesi e di analisi. Le ore settimanali che restano grazie ai minuti di scarto verranno dedicate ad altre discipline da introdursi come vedremo fra poco. In complesso: nel nuovo ordinamento la Scuola dovrà diventare un po’ più dinamica e attiva, con qualche minore dispersione, con meno fughe temporali, con minori possibilità di annoiare data la minore durata della lezione ed il più frequente cambio di materia nonché i metodi diversi, una Scuola un po’ più adatta – non si spaventi nessun italiano di fronte ad un po’ più di dinamismo – ad abituare i giovani a non perdere tempo prezioso non solo a scuola, ma anche come abito mentale nella prosecuzione della loro esistenza.

Ma continuiamo ora con le prospettive nuove per una Riforma dell’Istruzione. Nel nuovo corso metodologico una parte delle interrogazioni in ogni materia compresa la Religione – e tranne l’Educazione Fisica per non sottrarre tempo all’attività fisica –, sarà effettuata con questionari preliminari non impostati a risposte multiple, ai quali rispondere per iscritto in classe e consisterà nel commento orale al questionario da parte del discente relativamente ai suoi errori e alle sue risposte esatte, discussione alla quale parteciperanno attivamente e con la massima attenzione anche gli altri discenti. L’interrogazione tradizionale, fatta come una verifica solo orale, sarà riservata al riepilogo finale o ai riepiloghi intermedi e finali delle conoscenze in ogni quadrimestre.

Le classi fino al primo biennio compreso della Scuola Secondaria di Secondo Grado sono previste rigorosamente uguali per tutti i discenti, senza nessuna distinzione al loro interno di materie e di metodi, questo per realizzare concretamente la già citata base per pari opportunità di partenza che siano tali e per non creare giovani più o meno formati, discriminati in partenza, quindi nei conseguimenti. Va ribadito che con metodi consoni tutti possono imparare tutto come minimo ad un livello sufficiente di formazione, metodi che devono, sia chiaro, inserirsi all’inizio della formazione, non a formazione avanzata attuata con altri metodi non consoni, perché in questo caso si troverebbe per così dire la pianta già con un suo assetto che, se non positivo, sarebbe difficile da regolare.

Prima di passare alle materie nuove o innovate, mi sembra d’obbligo premettere una considerazione sullo studio dell’Evoluzione di Darwin nella Scuola. Esso inizia attualmente nella Scuola italiana nella classe terza della Scuola Secondaria di Primo Grado, quando i giochi formativi fondamentali della personalità sono completati sufficientemente così che è stata creata una forma mentis ormai riconoscibile nel giovane. Viene per altro messa in contrapposizione al creazionismo come se questo fosse un’ipotesi scientifica, mentre tutto il mondo scientifico accreditato come tale sa che il creazionismo in tutte le sue vesti non è né può essere – non diamo qui i particolari della questione – un’ipotesi scientifica e non può pertanto essere contrapposto in quanto tale a nessuna ipotesi o realtà scientifica, quale quella dell’Evoluzione che ha superato ormai almeno da più di mezzo secolo lo stadio di teoria o ipotesi ed è diventata realtà scientificamente comprovata e alla base di tutte le scienze. In queste riflessioni su una possibile Riforma dell’Istruzione, devo sottolineare la necessità di inserire lo studio dell’Evoluzione già a partire dal primo anno della Scuola Primaria, dove ai piccoli deve essere insegnata la verità sulle origini degli umani come non distinte da quelle degli altri animali, ma viste nella reale prospettiva di una, ove possibile, felice fratellanza universale degli esseri viventi e, ove più problematica, con la giusta salvaguardia della diversità animale come patrimonio irrinunciabile dell’umanità. È noto per altro come ai bambini siano in generale graditi e spontanei i contatti con il resto del mondo animale con il quale essi hanno una facilità di comunicazione spesso perduta dagli adulti. L’insegnamento dell’evoluzione nella Scuola Primaria, lungi dal creare traumi come qualcuno predica ed epurato da isolati e periferici errori di singoli pensatori come ce ne sono sempre in qualsiasi ambito nessuno escluso, porrà le migliori basi per una visione del mondo più ecologica, più democratica, più rispettosa della vita degli altri, animali diversi dagli umani compresi, meno staccata dal reale, faciliterà lo sviluppo di una moralità più alta che possa stare al di là di ogni moralismo e dovrà impostare la prospettiva di studio di tutte le scienze, nessuna esclusa, compreso l’ambito morale, fino alla fine dell’obbligo scolare. Ritengo che i giovani vadano educati a ricercare ed accettare la verità delle cose così che non si formi in essi la propensione all’errore, all’inganno consapevole ed inconsapevole.

Veniamo ora alle specifiche materie nuove secondo queste prospettive per una Riforma dell’Istruzione. Esse saranno tre: Orientamento, Analisi del Linguaggio, Educazione Morale. Verrà inoltre ristrutturato l’insegnamento di altre: dell’Italiano Scritto, dell’Educazione Sessuale e della Filosofia. Non mi occupo qui, come ho già accennato, di una Riforma estesa, quindi non tratto tutte le discipline e gli ordinamenti, ma mi occupo di esporre solo alcune riflessioni propedeutiche ad un successivo possibile lavoro di ristrutturazione dell’Istruzione in Italia il quale non sia un rimaneggiamento.

A partire dalla classe prima della Scuola Secondaria di Primo Grado fino al primo biennio compreso del Secondo Grado sarà introdotta un’ora settimanale di Orientamento, non lasciata ad un docente di altre materie come in qualche caso è avvenuto in passato per qualche breve ora, ma impostata come disciplina a sé stante a tutti gli effetti. Sarà dunque svolta preferibilmente da un docente laureato nell’area della Formazione ed Educazione, Psicologia in primo luogo, e formato specificamente nella disciplina. Si tratterà di un’ora in cui il docente farà sì che i discenti esprimano le loro preferenze per ciò che vorranno fare nella loro vita e per quali motivi vogliano fare una attività o l’altra, sarà un’ora di approfondimento psicologico della personalità e delle attitudini di ciascuno così che alla soglia del triennio finale gli allievi conoscano meglio i tratti della loro personalità e sappiano anche con una certa sicurezza quale strada intraprendere con maggiori possibilità di successo e come capire le proprie reali predisposizioni, i propri talenti.

A partire dalla prima classe delle Primarie fino alla quinta classe del Secondo Grado verrà inserita la nuova materia Analisi del Linguaggio come insegnamento della lingua madre italiana a sé stante relativo a tre ore settimanali. Tale insegnamento è inteso come affiancamento agli insegnamenti tecnici, digitali in primo luogo, così che, accanto all’istruzione nell’uso degli strumenti tecnologicamente avanzati, possa essere curata specificamente anche la tecnologia mentale di cui gli umani sono dotati nel loro cervello. Esso consisterà in un massimo di esercizio logico a livello linguistico secondo una gradualità dal semplice al complesso comprensivo della trattazione delle fallacie logiche più comuni formali ed informali. Per quanto attiene al significato convogliato dal linguaggio, ossia alla semantica linguistica, si potrà introdurre in questo nuovo insegnamento il metodo di apprendimento innovativo basato sulla “Spazialità Dinamica”, il concetto chiave dell’ ”Ipotesi Spaziale” (Mascialino 1997 e segg.) intrinseca alla comprensione dei significati convogliati dal linguaggio e ricostruibili attraverso l’analisi della spazialità che il linguaggio reca con sé inevitabilmente, un metodo collegato alla logica e alla semantica affrontati tenendo conto dei meccanismi associativi alla base del funzionamento cerebrale inconscio che come è stato ormai dimostrato sul piano scientifico precede sempre l’elaborazione conscia di qualsiasi ambito essa sia. La “Spazialità Dinamica” di natura evoluzionistica, secondo gli studi della Mascialino, risulta essere alla base della genesi del significato e quindi dei meccanismi cerebrali deputati alla comprensione, per cui la sua identificazione si mostra importante per la formazione dei giovani a scuola, essendo essa in grado di aiutare concretamente i giovani a ragionare correttamente e più propriamente. Di fondamentale rilevanza è che tale nuovo metodo di apprendimento a livello linguistico venga introdotto sin dalla Primaria che si frequenta in età in cui la mente è particolarmente plastica e non si è ancora consolidato il metodo pragmatico in uso in Italia che all’analisi degli esiti in ambito di comprensione dà risultati dannosi e non poco per la costruzione e lo sviluppo dell’intelligenza. Nella Primaria detto Metodo Spaziale basato sui meccanismi percettivi in dotazione agli umani, nonché agli altri animali con esclusione della fase linguistica, e non facente leva su alcun nozionismo, potrà essere insegnato soprattutto attraverso esercizi corali eseguiti con il monitoraggio del docente per l’identificazione della “Spazialità Dinamica”. Gli esercizi verteranno sull’esperienza quotidiana dei piccoli convenientemente spazializzata. Testi appositi provvisti di disegni esplicativi, brevi spiegazioni ed esercizi dimostrativi accompagneranno tale apprendimento per fissare la memoria delle fasi utili a comprendere secondo la spazialità dell’esperienza, dei fenomeni. Nel Primo Grado della Scuola Secondaria e nel biennio del Secondo Grado tale nuovo insegnamento consisterà sia nella ripresa e continuazione di quanto già alla Primaria sia nell’applicazione di tale Metodo alla comprensione del significato di forme linguistiche presenti nei testi letterari. Nel triennio del Secondo Grado tale Metodo potrà essere applicato alla comprensione del significato dei concetti filosofici e logici in particolare, inoltre del significato dei testi letterari compresi quelli più complessi e con agganci alle altre arti, nonché a concetti appartenenti anche ai vari fenomeni naturali.

A partire dalla classe quarta della Primaria per tutto il Primo Grado fino al triennio compreso del Secondo Grado verranno introdotte due ore settimanali di Educazione Morale, un insegnamento scevro da qualsiasi possibile caduta in moralismi e pregiudizi di varia estrazione e basato esso stesso sullo sviluppo del pensiero logico, un insegnamento quanto mai indispensabile nella formazione del giovane e di cui vi è urgente bisogno. Verranno chiariti in successione graduale di complessità in che cosa consistano il giudizio morale e la sua diversità dal moralismo e dal pregiudizio, inoltre come possa formare un giudizio morale, si mostreranno i vantaggi e gli svantaggi di avere e non avere rispettivamente a disposizione la capacità di giudizio morale e così via, il tutto con esempi tratti dalla vita dei discenti, dall’attualità e dalla storia, compresi agganci opportunamente approfonditi e chiariti tratti dalla Criminologia del presente e del passato.

L’Italiano sperimenterà a partire dalla classe prima del Primo Grado un rinnovamento relativamente al metodo per conseguire l’abilità dell’espressione scritta, la quale è alla base anche della fluidità dell’espressione orale oltre che dell’acquisizione di un corretto modo di ragionare. Occorrerà dedicare due ore settimanali allo svolgimento in classe di temi frazionati in punti logici schematizzati che verranno corretti subito dopo la loro stesura e prima di passare al punto successivo. Nel Primo Grado soprattutto occorrerà far rifare i vari punti tutte le volte che sarà necessario fino ad ottenere uno svolgimento accettabile dal punto di vista logico. Nei cinque anni del Secondo Grado tale attività verrà continuata per due ore settimanali con lo stesso metodo, soltanto ad un livello più complesso e con ritmi più veloci di esecuzione e correzione. Il nuovo modo di svolgere il tema darà frutti addirittura insperati, occorrerà solo affrontare il nuovo con fiducia, per diverso esso possa sembrare da quanto si è sempre svolto nella tranquilla e, nello specifico caso della composizione di italiano, inutile routine dell’insegnamento.

Per quanto attiene all’Educazione Sessuale, essa sarà una materia a sé stante con apposito docente per un’ora settimanale e dovrà cominciare nel secondo anno delle elementari dove il suo insegnamento durerà tre anni. Il fatto che il suo insegnamento si chiami Educazione implica di per sé che vi sia una educazione e non solo una informazione. Tale Educazione terrà quindi in considerazione non solo la funzione maschile e femminile nella procreazione e le patologie trasmissibili con il sesso, ma tratterà anche delle responsabilità di entrambi i sessi riguardo alla procreazione e all’educazione dei figli, questo perché si possano porre le giuste basi per formare in ambo i sessi una coscienza del rispetto reciproco in un’area di ampia parità e per gettare la prima base per una paternità ed una maternità intese in modo consono. Porto uno degli esempi possibili di come può essere il totale fallimento di questo insegnamento, un fatto realmente accaduto. Dopo le primissime lezioni di Educazione Sessuale, un maschietto disse guardando un libretto coloratissimo dove il parto era presentato in un’immagine che mostrava la testina del bambino uscire dalle gambe spalancate della bimba, per altro disegnati come i cartoni animati e molto carini quindi: “Meno male che non sono una donna!”, frase proferita con tono a dir poco inorridito e di rifiuto. Questo è quanto non dovrà assolutamente verificarsi dopo le lezioni della nuova Educazione Sessuale nelle Primarie e meno che mai successivamente. L’Educazione Sessuale continuerà in tutti e tre gli anni del Primo Grado e nel primo biennio del Secondo Grado della Scuola Secondaria avendo come finalità la maggiore responsabilizzazione dei due sessi rispetto alla sessualità e alle sue conseguenze. Immancabile nell’Educazione Sessuale dovrà in ogni caso essere, tra l’altro, la trattazione delle motivazioni a monte della diversità di considerazione della sessualità da parte dei due sessi maschile e femminile e della diversità nelle relazioni sessuali; delle malattie trasmesse attraverso i rapporti sessuali; dell’efficacia o inefficacia delle varie tipologie di contraccettivi e delle conseguenze cliniche dell’uso degli stessi con difesa ragionata dell’uso del profilattico adatto sia a prevenire la diffusione di malattie sia ad evitare le gravidanze indesiderate così che esso possa cessare di essere un argomento tabù ed il suo uso possa venire a fare parte di una sana e lieta sessualità; delle conseguenze di gravidanze non programmate e indesiderate per entrambi i sessi e per i figli stessi concepiti senza la volontà della procreazione e senza la dovuta preparazione all’educazione della prole; della necessità di prevenire l’aborto attraverso l’uso dei contraccettivi, tra i quali scegliere i meno pericolosi per la salute; da ultimo e per primo, della necessità di prevenire la violenza sessuale attraverso l’educazione ad una diversa considerazione del sesso sia nei maschi che nelle femmine, tale che possa superare strumentalizzazioni indecorose. In ogni caso tale disciplina sarà improntata ad apportare il necessario miglioramento della relazione tra maschi e femmine sia perché essi possano ottenere una buona base per affrontare la vita sia perché la società tutta possa trarre vantaggio da tale miglioramento. Sulla lezione di Educazione Sessuale impartita in classi comprensive di islamici o di appartenenti a religioni contrarie all’educazione sessuale e i cui genitori non vogliano tale insegnamento, si dovrà far capire che sono gli usi e costumi democratici a prevedere tale insegnamento per i giovani, per il loro bene, per il bene della società. In ogni caso la disciplina non sarà un optional, ma tutti dovranno democraticamente frequentarla come qualsiasi altra disciplina.

Per ciò che riguarda la Filosofia, essa verrà introdotta in tutti i trienni del Secondo Grado senza distinzione di indirizzo e con un insegnamento di tre ore settimanali – sarà bene per tutti poter imparare a ragionare al meglio. Essa sarà intesa in modo nuovo, non più come tradizionale storia della filosofia, ma come studio critico dei filosofi più importanti dal passato ai giorni nostri, come studio teso ad individuare quanto di scientifico e quanto di non scientifico eventualmente vi sia nel loro pensiero, così da vedere lo sviluppo del pensiero filosofico e da capire che cosa possa essere considerato filosofia onde evitare che qualsiasi idea balzana possa essere considerata come idea filosofica. Particolare attenzione dovrà essere data all’origine della filosofia nella Grecia e al suo sviluppo come discussione sul pensiero scientifico. Centrale alla nuova impostazione della Filosofia saranno dunque non il nozionismo erudito, bensì l’esercizio al pensiero logico fatto sui testi degli autori appartenenti alla sua storia, l’esercizio all’argomentazione finalizzata a distinguere i concetti validi da quelli non validi, comprensiva di tutte le fallacie logiche informali e formali, l’esercizio al giudizio critico su base logica, esercizio linguistico per eccellenza, così da poter costituire un patrimonio logico per tutti i discenti, senza distinzione di scelte di indirizzo. Starà al docente dare la possibilità a tutti i discenti di ragionare in una dinamica gara di pensiero logico e creativo. Occorre per altro sottolineare, se ce ne fosse bisogno, che è in primo luogo, se non solo, il tasso di intelligenza e di capacità di vaglio morale che fa la differenza nella vita di ciascun individuo e della società, per cui è questo duplice patrimonio che va incentivato nel massimo grado possibile nella Scuola.

Infine, nei trienni finali e nell’anno di specializzazione, vi saranno più direzioni diverse con prevalenza di determinate materie sulle altre, con presenza di materie centrali e materie periferiche secondo il tipo di Liceo. Quanto al Sostegno, esso proseguirà nelle linee già presenti nel sistema scolastico italiano e potrà eventualmente essere rinforzato.

Per la questione dei giorni settimanali previsti dal sistema scolastico, si tratta di un problema non facile a risolversi. Certo, settimane di cinque giorni sono ottimali per permettere ai genitori di godere dell’week-end e per permettere ai discenti lo svago desiderato – a parte ogni illusione, nei fatti il sabato libero non è una pausa che gli scolari adoperano per studiare e per altro il lunedì è sempre una giornata in cui tutti sono stanchi, non certo a causa dell’inesistente studio del sabato o della domenica, ma appunto a causa dell’ozio o di altre attività ricreative che, positive per un verso, sono negative per il verso della concentrazione che spezzano, visto il periodo breve in cui si vengono ad inserire tali pause. La settimana corta dunque, a parte benefici di vario genere, resta non ottimale per l’apprendimento che, ripeto, per essere efficace deve poter contare su poche pause e non troppo lunghe in un periodo breve come la settimana. Per il migliore apprendimento e per agevolare l’abitudine all’impegno, a prescindere dai desideri dei genitori e degli albergatori e dei desideri di pinocchiana memoria degli allievi, sarebbe opportuna a mio giudizio la settimana di sei giorni, dosando opportunamente l’orario delle lezioni, scegliendo per il sabato mattina discipline considerate più distensive.

Quanto al tempo pieno, c’è qualche novità di impostazione, di cui qui si possono dare solo alcuni cenni di prospettive generali. Esso verrà strutturato così che sia momento di verifica attiva da parte di tutti i discenti nella modalità seguente: di sostegno aggiuntivo per le materie di debolezza e di incremento aggiuntivo per le materie di eccellenza. Per poter essere efficace, esso dovrà essere gestito dunque a gruppi. Nelle Primarie sarà per cinque giorni su sei; nelle Secondarie di Primo Grado sarà di quattro giorni su sei; nel Secondo Grado fino alla classe quinta sarà di due giorni su sei.

Il numero degli allievi per classe, possibilmente, non dovrebbe superare i venti – al massimo potrà raggiungere comunque i venticinque –, né andrà sotto i venti. Questo numero sembra ottimale all’insegnamento e all’apprendimento, nonché alla socializzazione: più di venti allievi, meno possibilità di seguirli da parte dei docenti; meno di venti allievi, meno possibilità di socializzazione tra gli allievi, meno stimolazioni provenienti da idee diverse, anche da errori diversi, dalla correzione dei quali nella fase collettiva delle interrogazioni con questionario tutti possono imparare in un momento di condivisione delle risorse e di intensa socializzazione.

I trienni finali del ciclo della Scuola Secondaria di Secondo Grado si divideranno con differenze nel raggruppamento delle discipline e degli indirizzi. Saranno raggruppamenti di maggiore sintesi, ad esempio le materie economiche e commerciali, essendo tecniche anch’esse, verranno raggruppate sotto un unico raggruppamento assieme alle materie tecniche – e nel dosaggio delle discipline, comprese le innovazioni apportate all’ordinamento generale, all’introduzione di nuove discipline, ai programmi, nonché ai metodi. Segue l’elenco dei nuovi raggruppamenti proposti e caratterizzati da una maggiore sintesi degli indirizzi che andranno specificati di volta in volta al loro interno:

  • indirizzo dove predominano le discipline professionali: Liceo Tecnico Professionale con le specialità tecnologiche e professionali che formavano le precedenti specialità industriali, economico-commerciali ed aziendali nonché della scuola professionale e dei geometri;
  • indirizzo dove predominano le discipline artistiche: Liceo Artistico con le specialità previste, compresi l’indirizzo Musicale e l’indirizzo Teatrale;
  • indirizzo dove predominano le discipline linguistiche: Liceo Umanistico con le specialità previste di Lingue e Culture Antiche, Lingue e Culture Moderne, Filosofia;
  • indirizzo dove predominano le discipline della psicologia e della pedagogia: Liceo Psico-Pedagogico con le specialità previste comprese quelle di indirizzo Sociale;
  • indirizzo dove predominano le basi della fisica e della matematica: Liceo Tecnico Fisico-Matematico con le specialità previste delle scienze fisiche, naturali e delle tecnologie avanzate.

L’anno di specializzazione avrà un programma imperniato sulla scelta di indirizzo operata dall’allievo e verterà solo sulle discipline in questione e su quelle che fungono da loro corollario.

Quanto al voto di condotta, è giusto che di esso si tenga conto nella valutazione finale con l’apporto del giudizio motivato di tutti i docenti, ma non come voto che faccia media, bensì come ago della bilancia a favore o a sfavore dell’allievo in caso di dubbio sulla promozione, su votazioni più o meno alte e simili, giudizio fornito di prove ed evidenze, tra cui fondamentale ed in primissimo luogo, oltre ai casi disciplinari, l’interesse o il disinteresse mostrato all’apprendimento nel corso degli anni di studio del Secondo Grado e di eventuali peggioramenti o miglioramenti.

In tutte le Scuole a partire dalla seconda classe della Scuola Primaria fino al triennio compreso di tutti gli indirizzi del Secondo Grado sarà presente l’Inglese ed in ogni caso non ci dovranno più essere lingue o altre discipline che si abbandonano alla fine del biennio, abbandono che rende inutile lo studio delle discipline stesse.

Da ogni Liceo si potrà scegliere qualsiasi facoltà universitaria senza alcuna restrizione – il test di ammissione per il numero chiuso è affare di competenza dell’Università.

L’organizzazione interna ai vari Licei e alle loro specialità verrà data in una adeguatamente dettagliata specificazione.

Punto II:   Rinnovamento metodologico e ripartizione delle discipline.

La problematica della metodologia didattica sta al centro della Riforma del sistema scolastico italiano ed è stata qui accennata solo in modo fuggevole adatto ad essere inserito in linee che sono soltanto generali. La nuova metodologia non riguarderà solo le discipline nuove o rinnovate di cui si è accennato, riguarderà un po’ tutto l’ordinamento e sarà finalizzata a sviluppare nel migliore modo possibile gli ambiti di studio perché possano sviluppare il patrimonio logico e morale, nonché creativo potenzialmente a disposizione dei discenti.

Punto III: Formazione e Aggiornamento dei Docenti.

Al centro di tali Corsi starà l’apprendimento di metodi di insegnamento impostati sulla base di una sufficiente conoscenza aggiornata degli ultimi esiti della ricerca scientifica relativamente al funzionamento generale cerebrale, tali che la loro applicazione all’insegnamento possa migliorare l’apprendimento nei discenti. Centrale alla formazione sarà l’esercizio alla strutturazione del patrimonio logico, alla costruzione dell’intelligenza e della capacità di vaglio morale. Si tratta di una formazione e di un aggiornamento realizzato in Corsi con parti sia in presenza sia in distanza, on line. Anche le verifiche saranno sia in presenza sia on line. Verrà infine redatto in presenza, tra l’altro, un compito didattico da svolgersi in un numero congruo di ore alla fine dei Corsi sia di formazione sia di aggiornamento finalizzato a verificare la nuova capacità didattica acquisita.

Punto IV:  Nuovi testi scolastici.

Si dovranno preparare nuovi testi scolastici rispondenti ai nuovi orientamenti del sistema scolastico, questo per le nuove discipline dell’Orientamento, dell’Analisi del Linguaggio e dell’Educazione Morale nonché per il rinnovato insegnamento di parte dell’Educazione Sessuale e interamente per quanto attiene alla Filosofia, per l’adeguamento dell’Italiano scritto ed inoltre per qualsiasi materia di cui si senta la necessità di migliorare l’insegnamento e l’apprendimento con una ulteriore riflessione metodologico-didattica. Una novità in aggiunta, piuttosto importante, è rappresentata dalla presenza di Dispense di Didattica Breve propedeutiche all’uso dei manuali scolastici, svolte quindi nelle prime otto settimane di orario scolastico e finalizzate a dare uno sguardo panoramico della disciplina prima che questa venga propriamente affrontata nel suo dettaglio, questo affinché venga snellito il percorso di apprendimento successivo più approfondito e affinché la disciplina, compresa dai discenti dapprima nelle sue linee generali e sintetiche possa fungere da guida e punto di riferimento sicuro nel prosieguo della comprensione, dell’apprendimento, da sintesi del suo schema generale.

Per approntare tutti gli strumenti atti a realizzare la Riforma saranno necessari minimo cinque anni eventualmente così ripartiti:

  1. due anni di lavoro individuale e di gruppo di docenti della Scuola, dell’Università nonché di personale ministeriale esperto e di studiosi di varia estrazione perché si approntino i criteri didattici per le nuove discipline sia come base didattica generale sia perché si specifichi in dettaglio il nuovo ordinamento scolastico con i programmi consoni;
  2. tre anni perché si possano approntare e iniziare ad attuare i Corsi di Formazione e Aggiornamento in presenza e on line per i docenti delle nuove discipline e per i nuovi metodi in generale.

Per quanto attiene ai nuovi testi scolastici – non può esistere riforma dei metodi senza l’adeguato cambio dei testi scolastici che possono rimanere più o meno gli stessi solo nei rimaneggiamenti – tre anni potranno bastare perché i docenti, i pedagogisti, gli esperti, ossia gli studiosi, inizino ad approntare i primi nuovi testi muniti di Dispense di Didattica Breve. Per altro la stesura dei testi potrà iniziare già prima, parallelamente agli altri studi.

Quanto all’entrata in vigore della Riforma una volta ultimata la fase di riordinamento, di formazione e affrontata la stesura di primi testi adeguati all’innovazione, ciò avverrà con la necessaria gradualità. Nel frattempo varrà il vecchio ordinamento scolastico.

Esplicitazioni dettagliate sia della nuova struttura esposta in questo abbozzo solo per brevi accenni, sia delle discipline nuove o rinnovate nonché dei corsi di formazione dei docenti, sia di tutti i singoli adeguamenti e dettagli non citati, saranno a seguire in singole pubblicazioni specifiche.

Vedi anche:

Indice

Prefazione

Il rimaneggiamento e la riforma nell’Istruzione

Informazione e formazione nell’Istruzione

Opere citate